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  1. Il coniglio di Pasqua, tra storia e leggenda

     
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    Il coniglio di Pasqua



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    Avrete sicuramente notato come, negli ultimi anni, con l’approssimarsi della Pasqua fa spesso capolino un simpatico coniglietto che dispensa uova colorate ai bambini. E anche i marchi di cioccolato più prestigiosi, oltre alle classiche uova, propongono piccoli coniglietti di cioccolato, con un grazioso campanellino al collo.



    Le origini



    Sapete da dove deriva l’usanza di questo simbolo pasquale? La questione non è affatto semplice. C’è chi la fa risalire ad antiche tradizioni arrivate dalla Germania, dove il cosiddetto “Osterhase”, (il coniglio di Pasqua) nasconde le uova, per poi farle ritrovare ai bambini che si sono comportati bene.



    La leggenda



    Ma la storia più affascinante, riguarda una divinità sassone associata alla Primavera di nome Eostre – o Ostara, da cui la parola per Pasqua in tedesco, Ostern, e in inglese, Easter.


    La leggenda racconta che, un pomeriggio di primavera, la dea Eostre, per far divertire i bambini da cui era circondata, trasformò in coniglio l’uccellino che aveva appoggiato sul suo braccio.
    I bambini furono molto felici per questa trasformazione, non l’uccellino, che al contrario ne era rattristato.


    I piccoli, allora, chiesero alla dea di ritrasformare il coniglio in volatile. Nel frattempo era però giunto l’inverno e la dea, esausta, non aveva più le capacità per annullare l’incantesimo. Ritornata la primavera, la dea Eostre riacquistò le proprie forze e ridiede all’uccellino la forma originale. Per la gioia il piccolo pennuto, depose delle uova colorate che regalò ai bambini e alla dea.


    L’associazione vera e propria con la Pasqua, tuttavia, pare sia avvenuta in Germania: tra Medioevo e Rinascimento, l’animale era infatti protagonista delle celebrazioni dei più piccoli. Secondo la tradizione, rimasta intatta fino ai giorni nostri in diverse località tedesche, la notte prima di Pasqua i bambini sono chiamati a preparare un comodo nido per il coniglietto, adagiando della paglia e lasciando qualche leccornia affinché l’animale possa rifocillarsi. Il quadrupede, in caso il bimbo si sia comportato bene nel corso dell’anno, lascia in dono delle uova colorate.



    Dalle ricostruzioni oggi disponibili, emerge come nel 1700 l’usanza sia stata trasferita dalla Germania agli Stati Uniti, per poi diffondersi velocemente nella gran parte delle nazioni di lingua inglese. Nello stesso periodo, inoltre, accanto alle uova sono cominciate ad apparire le prime preparazioni dolciarie, come torte e altri preparati al cacao dedicati al cosiddetto “Easter Bunny”


    .La figura del coniglio pasquale ha forti radici della tradizione popolare nordeuropea, così come già accennato, mentre non ha trovato grande riscontro in quella religiosa. In particolare nei Paesi a maggioranza cattolica, come l’Italia, dove l’animaletto è stato introdotto relativamente di recente, con l’apparizione sul mercato di dolci, cioccolatini e decorazioni a tema.



    Il significato cristiano



    La tradizione di regalare uova colorate è arrivata fino ai giorni nostri, così come quella del coniglietto Pasquale, sebbene il significato di questo dono sia mutato con l’avvento del cristianesimo. Le uova sono infatti diventate il simbolo della risurrezione di Cristo ed emblema della primavera come rinascita a nuova vita.Eppure l’animale non è affatto assente nella storia religiosa del Cristianesimo.


    Il riferimento più emblematico lo si trova in Sant’Ambrogio, il Patrono di Milano, il quale indicò nella lepre il simbolo della Resurrezione. L’esemplare è infatti in grado di cambiare il suo manto a seconda delle stagioni, nascendo quindi sempre a nuova vita. Proprio per questa peculiarità, è stato di conseguenza ricondotto alla figura di Cristo e alla sua vittoria contro la morte, con l’uscita dal sepolcro la domenica di Pasqua.




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    Edited by *Cristal* - 8/4/2019, 14:01
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